martedì 21 giugno 2011

Bossi: «Legge elettorale? Possibile accordo con opposizione»


Il leader della Lega sui ministeri al Nord: «Nessun passo indietro, tutta l'Europa ci obbliga a fare quella roba lì»

Umberto Bossi (Cavicchi)
Umberto Bossi (Cavicchi)
MILANO - Secondo Umberto Bossi è possibile un accordo con l'opposizione sulla riforma della legge elettorale. «Speriamo, sono convinto si possa fare. È una delle cose su cui ragionare», ha risposto ai giornalisti a Montecitorio il leader della Lega Nord.
MINISTERI AL NORD - La Lega non fa alcuna marcia indietro sul trasferimento di alcuni ministeri al nord dopo l'accordo raggiunto in nottata con Pdl e Responsabili. La proposta resta, insieme all'ordine del giorno sullo spostamento delle sedi operative che Pdl e Lega presentano alla Camera. «Tutta l'Europa ci obbliga a fare quella roba lì, la fanno in Gran Bretagna e Germania. È necessario», ha detto il ministro per le Riforme. «Non portiamo via posti di lavoro». Alla domanda sulla contrarietà del sindaco di Roma Alemanno e della presidente del Lazio Polverini, Bossi ha replicato che «anche noi abbiamo raccolto le firme, 12 mila solo il primo giorno. È possibile che in una settimana diventino 100 mila».
IL DELFINO - A Bossi è stato chiesto cosa pensasse dello striscione «Maroni premier» che è stato esposto domenica al raduno leghista di Pontida. «La gente a Pontida urlava 2secessione" e non "successione". Sono ancora giovane. A Pontida la gente è venuta per me».
BERLUSCONI - Alla domanda se sarà ancora Berlusconi il candidato premier del centrodestra nel 2013, Bossi non chiude a questa possibilità. «Se fa le cose sì. Gli abbiamo già dato uno scadenziario». Il governo avrà la fiducia sul decreto legge Sviluppo? «Sperem», ha risposto il Senatùr.
LIBIA - Un altro tema è la guerra in Libia. La Lega vorrebbe una data certa da parte del governo per il disimpegno dall'alleanza contro Gheddafi. «Quando finiscono i soldi, finisce la guerra», è stato lapidario Bossi. «Anche quando l'America ha finito i soldi ha finito la guerra».

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